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Il mercato apistico

L’Europa è il secondo produttore mondiale con un totale di circa 17,5 milioni di alveari e oltre 650 mila apicoltori. Si tratta di un settore con un limitato valore economico ma di inestimabile importanza per l’agricoltura, in quanto responsabile dell’80% delle impollinazioni dei prodotti agricoli.

L’Italia è il quarto paese dell’Unione Europea per numero di alveari (1,5 milioni), dopo Spagna (2,9 milioni di alveari), Romania e Polonia (rispettivamente 1,8 e 1,6 milioni di alveari). Secondo i dati raccolti dalla Commissione Europea per ciascun Paese Membro, in media ogni apicoltore europeo possiede 21 alveari. Tuttavia, il risultato è la media di dati molto differenti fra loro: in Grecia e Spagna ciascun apicoltore ha infatti più di 100 alveari e in Inghilterra e Germania ne ha mediamente solo 6 o 7. L’Italia insieme alla Francia, ha una media di 27 alveari per apicoltore.

L’introduzione della Banca Dati Apistica, alla quale tutti gli apicoltori devono essere obbligatoriamente registrati dichiarando gli alveari detenuti e la loro posizione geografica, ha consentito di validare le stime scaturite negli anni riguardo alla consistenza degli apicoltori e degli alveari italiani, evidenziando un elevato numero di apicoltori e alveari e un numero di apicoltori con partita IVA più alto rispetto alle stime.

Dai dati della BDA aggiornati al 31 dicembre 2019 il numero degli alveari registrati in Italia è incrementato del 7% rispetto al 2018. Dei 56.665 apicoltori presenti in Italia, 38.500 circa producono per autoconsumo (68%) e 18.165 sono apicoltori con partita IVA che producono per il mercato (32%).

 

 

Azioni a supporto della filiera

Ersaf, nell’ambito dell’accordo di collaborazione per azioni a supporto dello sviluppo della filiera apistica in Lombardia con Apilombardia e Associazione Apicoltori Lombardi, ha avviato nel 2021 un progetto sperimentale volto al monitoraggio dei pollini in siti rappresentativi dei sistemi produttivi Lombardi. L’accordo infatti, tra le finalità, prevede di favorire e monitorare le migliori condizioni possibili per una piena compatibilità della vita delle api e dell’allevamento apistico in relazione alle condizioni ambientali e all’attività agricola.

Nell’arco dei tre anni previsti dal progetto, in particolare, si prevede la realizzazione di un monitoraggio periodico del polline raccolto dalle api finalizzato alla sua analisi quali-quantitativa (analisi botanica) e alla misurazione della presenza dei principi attivi più utilizzati in agricoltura (analisi multi-residuale), in funzione delle modalità e del periodo di applicazione.

Le analisi sul polline consentiranno di ottenere informazioni sulla biodiversità e sul quantitativo di specie vegetali presenti nei diversi contesti agro-ambientali Lombardi, e metteranno in evidenza la possibile contaminazione degli stessi da fungicidi, insetticidi ed erbicidi (glyphosate), potenzialmente dannosi per le api.

Queste infatti, hanno un forte legame con l’ambiente che le circonda, e sono ottimi indicatori dello stato di salute dell’area in cui vivono e lavorano, oltre che della biodiversità vegetale della stessa. Dalla qualità dei prodotti dell’alveare, e in particolare dal polline, è possibile trarre indicazioni molto attendibili sullo stato ambientale e sull’eventuale contaminazione chimica presente, causa di perturbazioni anche significative sulle colonie (spopolamenti, maggiore sensibilità alle patologie, squilibri tra le classi di età delle api etc.).

 

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