Le colture alternative in Lombardia
La riscoperta delle culture alternative
Dopo decenni in cui i sistemi colturali intensivi e semplificati, basati sulla coltivazione di poche specie vegetali, si sono diffusi in maniera incontrastata, stiamo assistendo al ritorno di una maggior diversificazione colturale, dovuta ad una progressiva perdita di competitività e produttività di questi modelli agricoli.
Le difficoltà di mercato dovute a prezzi stagnanti e costi di produzione crescenti, unite alle pressioni ambientali e dell’opinione pubblica per un’agricoltura più sostenibile, stanno infatti spingendo le aziende a cercare nuove soluzioni per restare competitive.
A questo si aggiungono altri due fattori:
• L’aumento dell’attenzione dei consumatori, delle reti commerciali e dell’industria di trasformazione verso produzioni locali (“made in Italy”);
• Il ritorno dell’interesseverso l’agricoltura come risposta alla difficile situazione economica attuale.
Questo riguarda soprattutto i giovani, che stanno intravedendo opportunità imprenditoriali nelle produzioni non tradizionali e nel recupero di
coltivazioni abbandonate, ma capaci di coprire una domanda crescente.
Le colture alternative in Lombardia
Secondo i dati del Sistema Informativo Agricolo Regionale, le colture che in Lombardia stanno destando un crescente interesse sono circa una sessantina. In particolare:
• Piccoli frutti quali ribes, ribes rosso, uva spina, mora, lampone, mirtillo, alchechengi, bacche di goji (oltre 3.000 aziende e quasi 400 ha);
• Frutta da guscio noce, nocciolo e mandorlo (circa 700 aziende, per oltre 300 ha);
• Grani “antichi” come grano saraceno, miglio, segale, quinoa (200 aziende circa, per 450 ha);
• Canapa e lino (oltre 150 aziende per quasi 250 ha);
• Piante aromatiche officinali (quasi 200 aziende e 90 ha c.a);
• Bambù (quasi un centinaio di aziende in circa 150 ha).
Il trend delle superfici delle colture minori in Lombardia è in linea con gli andamenti di mercato che mostrano prospettive favorevoli, sia in termini
di quote di mercato acquisibili (aumento della domanda nazionale e rapporto import/export), sia di prezzo di vendita per il prodotto italiano,
sempre particolarmente apprezzato.
Il ruolo di ERSAF
Già da tempo, ERSAF ha avviato numerose attività per analizzare e promuovere l’interesse e la diffusione di queste colture alternative, con lo
scopo di creare opportunità di rilancio economico e sociale per le aree interne, le superfici frammentate e marginali, non devolute all’agricoltura
intensiva. Il nostro intento, in linea con i principi dettati all’art. 64 della legge istitutiva dell’Ente, è anche quello di definire il quadro di azioni
tecniche e le modalità operative che ERSAF può attivare per sostenere sia la loro diffusione, che i produttori. Ad esempio, le relazioni con il
sistema delle aziende di trasformazione e le filiere nel loro complesso.
Ersaf e le colture alternative in Lombardia - guarda il video
Le mappe delle colture alternative in Lombardia
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Canapa

Mirtillo

Grano Saraceno

Lampone

Lino

Luppolo

Mandorlo

Mora

Nocciolo

Quinoa

Ribes

Segale
