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Realizzazione e gestione di un luppoleto

La preparazione del terreno prevede 3 passaggi:

  • l’aratura alla profondità di almeno 25-30 cm, l
  • la concimazione con letame maturo bovino (80-100 q/ha)
  • ed un successivo affinamento del terreno attraverso un’erpicatura.

Le  liane di luppolo hanno sviluppo  notevole e la fioritura è posta nelle zone apicali meglio illuminate, ecco perchè prima dell’impianto delle talee è necessario  realizzare delle strutture di sostegno, (pali di castagno oppure di cemento o d’acciaio che garantiscono un maggiore durata) e sistemarle a spalliera o tendone con   sesti di impianto di 50/80cm sulla fila e 2/3 m tra le file   a secondo del tipo di impianto che si vuole realizzare, tenendo conto dell’altezza massima dei filari e della vigoria della varietà.  

La primavera è la stagione corretta per preparare le fosse d’impianto e porre a dimora le  talee radicate di luppolo  di sole piante femminili  in buche profonde almeno 30-40 centimetri e distanti almeno un metro l’una dall’altra in posizione rialzata rispetto al piano campagna, in modo tale da evitare ristagni idrici al colletto.; al momento della lavorazione è opportuno incorporare letame pellettato bovino/equino, e cornunghia, in ragione di 2/3 manciate di entrambi per pianta, ben mischiati con la terra. Al primo anno si può avere una piccola fioritura ma la produzione vera e propria inizia dal secondo anno.

Durante la stagione i germogli crescono ancorandosi ai tutori oppure ai fili di sostegno, il vigore e quindi anche il volume raggiunto delle piante dipende non solo dalla varietà ma anche dal terreno, dalla disponibilità di acqua e dalle caratteristiche del luogo di coltivazione.

La coltivazione del luppolo richiede una serie di interventi agronomici distribuiti durante tutto l’anno. L’emissione di nuovi germogli viene favorita a fine inverno attraverso uno scalzo e il taglio delle ceppaie, in seguito a questo intervento si esegue un’erpicatura e una successiva installazione dei tutori. In primavera 6-8 germogli per ceppaia non appena raggiungono uno sviluppo di 20-25 cm, vengono legati ai tutori e lasciati arrampicare mentre gli altri vengono raccolti e venduti freschi o conservati.

Dove i climi sono particolarmente freddi, si usano delle protezioni al piede, almeno al primo inverno quando le piante non sono ancora ben affrancate, la primavera successiva si potano a 30 cm da terra.

Un’ulteriore intervento, che permette alla pianta di emettere le radici secondarie alla base germogli, è la rincalzatura delle ceppaie. Le concimazioni sono concentrate durante il periodo autunno-invernale e le sostanze utilizzate sono P2O5 e K2O, mentre l’azoto viene distribuito a inizio primavera per coadiuvare l’emissione dei germogli e all’inizio della fioritura.

La coltivazione di luppolo nelle nostre zone non può prescindere dall’irrigazione che solitamente è di tipo localizzato a goccia, che garantisca un approvvigionamento dolce e pressoché continuo di acqua contribuendo a favorire il corretto sviluppo della coltura 

La raccolta dei fiori avviene nel periodo agosto-settembre ed è effettuata manualmente nelle piccole realtà, mentre dove le produzioni sono consistenti vengono utilizzati macchinari in grado di separare i fori dal resto della vegetazione.

Se la struttura è fissa e non troppo alta i fiori si raccolgono direttamente dalla spalliera, altrimenti si utilizzano dei fili di nailon che al momento opportuno vengono tagliati e tutta la vegetazione fatta cadere a terra, a questo punto la raccolta può essere fatta sul posto lasciando viva la pianta oppure   recidendo la vegetazione.

Il momento migliore per la raccolta è quando i coni virano dal colore verde verso il giallo, al tatto diventano resinosi ed emanano un odore forte e caratteristico dovuto agli oli essenziali contenuti; questa fase dura circa 10 giorni dopo di che le bratee si aprono lasciano cadere la resina, il colore vira al bruno rossiccio e le caratteristiche organolettiche scadono rapidamente.

I coni vengono poi essiccati all’ombra e conservati in luoghi asciutti, il colore, sintomo di qualità elevata, si deve mantenere sempre sul giallo-verde.

L’essiccazione rimane comunque una fase delicata, relativamente semplice fintanto che le produzioni sono limitate, impegnativa e con l’ausilio di appositi locali ed essiccatori quando le produzioni aumentano. 

In Italia non esiste ad oggi un’industria di trasformazione del luppolo; il luppolo fresco se non utilizzato in brevissimo tempo dalla raccolta deve essere necessariamente lavorato altrimenti perde le proprie caratteristiche organolettiche.

Un luppoleto può rimanere produttivo per un periodo di tempo molto lungo, anche superiore ai 20 anni.

Il luppolo è una pianta che in condizioni opportunamente ventilate e di concimazioni adeguate, si presenta resistente e risponde bene agli attacchi di malattie fungine, acari e insetti.
Le principali malattie che possono presentarsi nell’arco dell’anno sono: Peronospora, oidio, acari, afidi, larve di lepidottero, cimici.

La lotta a queste malattie spesso si rende difficile per la mancanza di prodotti antiparassitari specifici per il luppolo ed una legislazione molto rigida.

Volendo adottare lotta biologica, è opportuno l’ausilio di: Bacillus thuringiensis “kurstaki”, Metarhizium anisopliae, Beauveria bassiana per insetti e acari; Bacillus subtilis, prodotti rameici e zolfo, e olio di buccia d’arancio dolce, contro le malattie fungine

Tutti questi prodotti, se usati nel loro formato commerciale, e a calendario, possono giocare un ruolo fondamentale nella coltivazione della pianta. Importanti sono i trattamenti post-raccolta, e invernali a base di olio minerale

 

Scelta delle varietà

Ad oggi le varietà di luppolo in commercio sono più di 100 e ogni anno almeno 10 nuove varietà vengono selezionate da parte delle multinazionali in modo da soddisfare le richieste dei birrifici.

Le selezioni sul luppolo e quindi le varietà presenti sul mercato adatte alla coltivazione, sono state condotte soprattutto nel nord Europa dove la cultura della birra è maggiormente diffusa (Germania, Inghilterra, Republica Ceca, ecc.), alcune in America, in Nuova Zelanda, ma non mancano anche alcune varietà Italiane.

I luppoli selezionati a tale scopo si possono raggruppare in tre gruppi in base alle caratteristiche che imprimono alla birra: varietà aromatiche o “luppoli nobili”, varietà amaricanti e varietà a duplice attitudine.

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